A volte capita che mentre si sta seguendo la via tracciata dal fiume della vita, un imprevisto ci faccia trovare difronte al bivio. Ci si trova allora a dover scegliere tra la comodità e l'abitudine di una vita già stabilita e il brivido dell'ignoto. Quello che precede la scelta è ciò che Silvia Menini ci fa vivere con il suo racconto. Ironia, fluidità e leggerezza sono i tre aggettittivi che, secondo me descrivono al meglio questo breve romanzo. Un libro estivo, spensierato e che fa sorridere sotto l'ombrellone, ben scritto e scorrevolissimo: insomma una piacevole lettura!
Sono curiosissima di sapere come va a finire, ma dovrò aspettare il secondo appuntamento!
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Silvia Menini, che nella sua biografia si definisce un' “aspirante scrittrice, sognatrice convinta, perennemente in movimento”, ci ha concesso una divertente intervista, basata sul “se fossi”.
Ciao Silvia, benvenuta su Young adult-lit e Sul mio divano! Approfitto della tua vena ironica per farti conoscere dai nostri lettori in maniera non convenzionale. Pronta per la “IF INTERVIEW”?
Prontissima!
Se fossi Silvia, una comune ragazza del 21° secolo, come ti descriveresti in 3 aggettivi?
- Geneticamente portata all’isteria, sognatrice, freneticamente e perennemente alla ricerca di qualcosa.
Sicuramente sarai un'avida lettrice, ma se fossi la protagonista di un libro, chi saresti?
- Il cane Montmorency di “Tre uomini in barca (per non parlare del cane)”. Sì, sì. Proprio lui.
Nella tua biografia si legge che ami scrivere più di ogni altra cosa al mondo, e lo fai giorno e notte. Se non fossi una scrittrice, cosa faresti?
- Assolutamente non mi considero una scrittrice. Non ancora, se non altro. Scribacchina, forse. Purtroppo è un mondo tosto e ho ancora molta, moltissima strada davanti a me. Ma sono una che non molla facilmente e scrivo e scrivo e spero. E porto tanti ceri in chiesa… che male non fa. Poi, non diventerò mai famosa… ma magari Santa sì. Comunque, per rispondere alla tua domanda… ho anche un’altra grande passione. Il vino. No, non sono alcolista. Sommelier.
Il tuo libro è davvero coinvolgente, si tratta di una storia autobiografica? A cosa ti sei ispirata?
- Diciamo che sono partita da un fatto che è realmente accaduto. Io, devi sapere, sono veramente una sfigata cronica quando si tratta di viaggi. Tutto quello che può succedere… succede. E io mi ritrovo a correre per aeroporti urlando “pistaaa” per non perdere una coincidenza, oppure rimango bloccata ore in aeroporto in attesa che capiscano se lo stormo di uccelli che ha cozzato contro l’ala dell’aereo ha arrecato danni o meno, oppure sono dirottata in altri aeroporti per overbooking assurdi (io arrivo in aeroporto sempre con largo anticipo) dove, appena messo piede, danno un allarme bomba. Insomma, le avventure non mancano e, per questo racconto, ho preso spunto da una vicenda realmente accaduta e l’ho romanzata… molto.
Mi piace tantissimo la tua tecnica narrativa così fluida e fresca. Hai dei modelli a cui ti ispiri?
- La mia vita quotidiana. Mi succede veramente di tutto. Dalle cose più bizzarre alle sfighe più inspiegabili. All’inizio mi arrabbiavo, scalciavo, mi strappavo i capelli cercando di capire cosa avessi di sbagliato. Ero stremata dall’energia che mi serviva per risolvere tutti i casini in cui mi cacciavo. Poi ho capito. Era divertente. L’ironia e l’autoironia sono stati così un modo per difendermi da tutto quello che di tragicomico mi succedeva, cercando di trovare sempre il lato comico nelle cose che mi succedono. Da qui, il mio modo di scrivere. Scrivo come penso e come parlo. Non so, in effetti, se è una cosa positiva…
Ultima IF QUESTION. Se non stessi scrivendo i sequel di “Amore ho perso l'aereo” (che aspetto con ansia!), cosa scriveresti?
- I 2 sequel (sono tre puntate in tutto) sono già scritti. Di getto. Fitti di misteri, di scoperte, di viaggi, di amori e stupori.
E ora sono nelle fasi finali dell'editing del mio primo romanzo che, se tutto andrà bene, uscirà il prossimo anno. E poi ne ho un altro da riscrivere. E poi un altro ancora in testa. Insomma… per i prossimi cinquant’anni sono a posto.
Grazie Silvia di esserti prestata a questo giochetto, spero di rileggerti presto!
- Grazie a te! E a presto.